XII EDIZIONE PREMIO NAZIONALE BIAGIO MARIN

La dodicesima edizione del premio Marin ha coinciso con i festeggiamenti dei centrotrent’anni dalla nascita del “poeta di Grado” per eccellenza e per antonomasia, il cantore di un’alta spiritualità incardinata nel luogo – nei luoghi – dell’anima. E quest’anno – anche per mandato di Edda Serra, che del premio è stata la promotrice e la levatrice – e per mano dela nuova Presidente del CSBM prof. Benussi, il premio è andato a Giovanni Tesio, già ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”, che da anni si dedica agli studi letterari accudendo specialmente il côté dialettale, a partire dalle due antologie allestite con Mario Chiesa (Il dialetto da lingua della realtà a lingua della poesia, Torino, Paravia, 1978, e Le parole di legno, i due tomi pubblicati da Mondadori, Milano 1984) per proseguire poi attraverso studi, prefazioni, introduzioni, contributi di varia ampiezza e natura, in parte raccolti nei suoi numerosi volumi saggistici, e in particolare nei due ultimi, La poesia ai margini e La luce delle parole (pubblicati da Interlinea, Novara, rispettivamente 2014 e 2020). Accanto all’attività di studioso, Giovanni Tesio non ha mancato – a partire da un lontano esordio in lingua – di dare voce al suo dialetto nativo, collocabile in un paese – Pancalieri – che fa parte del Piemonte più rustico e contadino e che sta al confine tra la provincia di Torino e di Cuneo, alla confluenza del Pellice delle Valli Valdesi con il Po ancora piccolo che scende dal Pian del Re: una terra di sentori agresti, particolarmente nota per i suoi vivai e per la coltivazione delle erbe aromatiche, che pare tradursi nei versi ruvidi e concreti racchiusi nella forma del sonetto da Tesio prediletta. Una poesia raccolta in alcuni titoli, da Vita dacant e da canté (Torino, Centro Studi Piemontesi, 2017), Piture parolà (Interlinea, Novara 2018), tradotta recentemente in francese, e Nosgnor (Intelinea, Novara 2020), che ha per sottotitolo “Lamenti, preghiere e poesie in cerca di un Dio vicino e lontano”: una profonda diversità dai colori e dai timbri della poesia di Marin, ma a Marin – in altri modi e in altre forme – così prossima e congeniale.

 

 

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